La statale n° 80, con il suo Valico delle Capannelle(corrispondente alla cróce), nonché dalla provinciale del Vasto, dalla recente carrozzabile di Faschiano, e da una ulteriore strada asfaltata che percorre il versante settentrionale della mondàgna de sanfràngu (montagna di San Franco 2132 m).
Anche in passato era notevole la frequentazione di questi luoghi: basti pensare alla presenza del castello di Vio, della chiesetta di San Vincenzo, dell'edicola della Madonna della Zecca, nonché dei numerosissimi casali e casette sparsi lungo le vallate e sui pendii, e delle altrettanto numerose sorgenti.
Il passo delle Capannelle (1300 m s.l.m.) è un valico sito in Abruzzo, in provincia dell'Aquila, che scavalca la catena appenninica del Gran Sasso lungo la strada statale 80.
Il passo mette in comunicazione la provincia di Teramo con la provincia dell'Aquila ed è dislocato lungo la Strada Maestra del Parco, la strada turistica che attraversa il cuore del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga da Montorio al Vomano all'antica città sabina di Amiternum.
Il passo delle Capannelle si è prestato ad essere attraversato fin dai tempi più remoti. Lo testimoniano i ritrovamenti della via Cecilia, la strada usata dai Romani per collegare la conca aquilana (Amiternum), con le città della sponda adriatica (Hatria, Interamnia, ecc).
Il nome Capannelle deriva probabilmente dalle piccole capanne di pastori (appunto capannelle) che sono dislocate nel territorio circostante. Nel passato il valico era utilizzato dalle greggi nel loro trasferimento transumante dai monti abruzzesi del versante teramano verso le pianure dell'agro romano.
Pur se anticamente scomodo, e d'inverno spesso innevato, costituiva l'unico valico che metteva in comunicazione i due versanti del Gran Sasso. Il valico nel passato è stato territorio preferito dai briganti tra i quali il sanguinario Giuseppe Palombieri, catturato dal carabiniere Chiaffredo Bergia, già in precedenza autore della cattura del brigante Andrea Andreani. Il Palombieri fu scovato nei pressi di Campotosto; furono sparati parecchi colpi di arma da fuoco e vi fu una colluttazione finale dove ebbe la meglio il carabiniere che, seppur ferito, riuscì a immobilizzare il bandito. Nelle tasche di quest'ultimo fu trovata una lettera con la quale egli invitava le bande di confine ad assalire il territorio di Fano Adriano e a compiere vendette ai danni del sindaco di quel paese. La cattura del bandito valse al carabiniere una medaglia d'argento e la sua promozione a brigadiere.