Pensieri e Istantanee di Francesco Mancini

... dove un sogno è ancora libero

Martedì, 17 Giugno 2025 00:00

Un giorno da solo sulle Dolomiti con le gallerie e le vie di guerra per l'anello dei 4 Rifugi delle Tre Cime di Lavaredo, la vetta del Paterno sul sentiero delle Forcelle e le loro grandi ferrate

17 Giugno 2025: UN GIORNO DA SOLO SULLE DOLOMITI CON LE GALLERIE E LE VIE DI GUERRA PER L'ANELLO DEI 4 RIFUGI DELLE TRE CIME DI LAVAREDO, LA VETTA DEL PATERNO SUL SENTIERO DELLE FORCELLE E LE LORO GRANDI FERRATE – Percorsi Km 15 con D+ 1000 metri – C.D.CAI Isernia – C.D.Club 2000m – AEV FederTrek/REBELTREK – DdE CAI Isernia – Istruttore Trekking CSEN/CONI - Doveunsognoéancoralibero…alla scoperta delle Anime d’Appennino - www.EsplorandoX.it www.Club2000m.it –

Avevo solo un giorno per vivere questo patrimonio dell'umanità alla mia maniera.

Dopo 800 km e 9 ore di viaggio in auto aspetto il giorno esente dai soliti temporali pomeridiani per tornare sui picchi dolomitici trascorsi tantissimi anni dall'ultima volta.

Ringrazio il caro Fabio Notari per avermi consigliato questo itinerario che credo racchiuda, così come poi ho realizzato, ciò che di più importante possa offrire questo infinito settore morfologico Nord Orientale.

Oramai le Tre Cime di Lavaredo sono diventate a numero chiuso con le tante difficoltà logistiche imposte per raggiungerle in quota.

Aggiorno infatti che per salire in macchina la cifra economica è arrivata a 40 euro con obbligatorietà di prenotazione giornaliera e oraria.

La stessa anche per salire con il bus con l'ulteriore problema della prenotazione oraria non solo per l'andata ma anche per il ritorno.

Chi raggiunge queste montagne seriamente ha il problema della tempistica dell'uscita che non è assolutamente prevedibile soprattutto se si sale a livello alpinistico.

A Giugno e infrasettimanale è sicuramente il modo più intimo per ammirare le meraviglie paesaggistiche di questa ascesa.

10 gradi di temperatura con poco vento per partire subito dal Sentiero 105 che in breve mi porta alla Forcella Col di Mezzo (2315m) con il Lago di Misurina che spunta in fondo alla valle.

Con un traverso in discesa arrivo al Rifugio Langalm (2283m).

Proprio da qui si comincia ad ammirare il profilo caratteristico delle Tre Cime.

Mi stacco dal sentiero principale per fare il giro dei laghi che rendono magica l'atmosfera.

La successiva discesa e la ripida salita, divisa da un verdissimo pianoro erboso, termina al Rifugio Locatelli (2405m).

Proprio sopra di me la vetta del Paterno quasi irragiungibile a vista.

Sotto di me il Lago dei Piani Superiore.

Nessuna indicazione ufficiale fa capire dove attacare se non una vecchia insegna gialla quasi nascosta sopra un piccolo edificio storico.

Ci sono 3 piccoli sentierini nella direzione della cresta da prendere.

Finalmente quello giusto porta ad una piccola entrata prodromica delle varie che più avanti si alterneranno fra una roccia e l'altra.

Piano piano stai entrando in una diversa dimesione spazio-temporale.

Torni indietro di oltre 100 anni e capisci quello che hanno passato i nostri plotoni durante la 1a Guerra Mondiale.

Le piccolissime finestre nelle prime gallerie sono gli ultimi baluardi di luce.

Poi ripidissime scale nella fredda roccia dove cadono anche gocce di acqua nel buio più totale mi hanno fatto calare in una grande tristezza.

Mi sono sentito come un soldato nascosto in attesa di chissà che cosa proprio come i nostri veri eroi di un tempo.

L'ultima galleria sembra infinita talmente infinita che senza chiare indicazioni termina con una sorta di cancello di legno semi aperto.

Mi sembra strano che finora non ho trovato l'accesso esterno per prendere la ferrata De Luca-Innerkofel.

Proseguo e trovo la volta della galleria semi crollata.

I miei dubbi si fanno sempre più spaventosamente presenti quando passando sotto le travi spezzate arrivo fino al termine dove la galleria si chiude quasi completamente allagata da oltre mezzo metro di acqua.

Solo la frontale mi fa compagnia nel silenzio totale e asettico in un mondo dove ne il GPS ne il telefono prendeva.

Per un attimo ho pensato che se all'improvviso crollava tutto sarebbe stato difficile trovarmi.

Corro subito indietro attento a non toccare nulla e finalmente mi ritrovo fuori verso la sala con l'unica apertura esterna che forse era l'attacco della ferrata.

Mi getto furori e da li infatti partono le funi d'acciaio.

La prima parte è completamente verticale.

Poi una ulteriore difficoltà si presenta in quanto il canale che si deve salire è ancora innevato e in alcuni punti ghiacciato.

Si capisce della difficoltà nel volto di una Guida Apina che incontro mentre porta un gruppo in discesa.

Questa situazione rallenta non poco ma alla fine la Forcella del Camoscio (2680m) è raggiunta.

Ora comincia la seconda ferrata quella che porta sulla vetta del Paterno (2744m).

Posto nelle Dolomiti di Sesto al confine tra Veneto e Alto Adige, a fianco delle più rinomate Tre Cime di Lavaredo, è storicamente famoso dato che durante la prima guerra mondiale si trovava lungo la frontiera tra il confine italiano e quello austriaco.

E' formato dall'intersezione di 3 creste: il Paterno vero e proprio a nord-ovest, la Croda Passaporto a sud e la cresta est, protesa verso il Pian di Cengia.

Queste tre creste presentano diverse elevazioni e sono tutte attraversate dai resti dei camminamenti della Grande Guerra.

Nel periodo 1915-1917 il Paterno fu aspramente conteso dagli eserciti italiano ed austro-ungarico essendo in posizione strategica a dominio di ben tre forcelle.

Fin dall'inizio della prima guerra mondiale, sul fronte delle Dolomiti di Sesto, era chiara la posizione strategica del Paterno, ma solo agli esperti di montagna, e non alle alte cariche austriache, che decisero di trascurarlo, almeno inizialmente.

Fu così occupato dagli italiani.

Solo il 4 luglio 1915 l'esercito austriaco decise di tentare un'azione per cacciare gli italiani dalla vetta.

La notte del giorno precedente, la pattuglia volante di Sepp Innerkofler si avvicinò in assoluto silenzio alla vetta.

Al mattino del giorno 4, l'artiglieria austriaca iniziò un massiccio attacco sulla cima del Paterno.

Nell'agosto del 1915 gli Alpini attaccarono massicciamente l'avvallamento sotto il Paterno riuscendo a conquistare il Sasso di Sesto e la linea si stabilizzò a nord del massiccio con le tre forcelle principali in mano agli Italiani.

Proprio sulla vetta del Paterno sembra di toccare con mano le Tre Cime di Lavaredo.

Da qui comincia l'avventura veramente in solitaria del ritorno.

La Ferrata in discesa di nuovo verso la Forcella del Camoscio e poi il lungo sentiero del camminamento della grande guerra che alterna più di un ponticello in legno ancora con i resti appesi.

Il Sentiero delle Forcelle attrezzato con funi metalliche nei punti maggiormente esposti  sembra finire quando si affaccia dalla parte apposta della Forcella dei Laghi (2550m).

In realtà una seconda ferrata permette di attraversare in sicurezza scendendo di nuovo un salto di roccia molto alto per continuare la cresta fra un pinnacolo e l'altro.

Mi aspetta il traverso verso i Pian di Cengia.

Una grossa recente frana ha interrotto il sentiero in discesa all'interno della morena ma con esperienza riesco comunque a scendere.

Le difficoltà di natura tecnica terminano proprio a valle.

Si risale di nuovo verso la sella con un bastione delle Tre Cime di Lavaredo che si specchia nel laghetto omonimo.

Si ritorna nella civiltà con il Rifugio Lavaredo (2345m) e infine con il quarto e ultimo RIfugio di oggi quello di Auronzo (2330m).

Così finisce l'avventura di un Grandissimo Appenninista per un giorno sulle Dolomiti.

Un ricordo indelebile che dedico ad una persona unica nel mio cuore, a Fabio e a coloro che mi seguono sempre con tanto affetto. GRAZIE A TUTTI !!!

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