Pensieri e Istantanee di Francesco Mancini

... dove un sogno è ancora libero

Sabato, 16 Agosto 2025 00:00

Nel cuore del Ghiacciaio del Calderone sul Gran Sasso d'Italia

16 Agosto  2025: NEL CUORE DEL GHIACCIAIO DEL CALDERONE SUL GRAN SASSO D'ITALIA – Percorsi Km 16 con D+ 725 metri e D- 1260 metri – C.D. del CAI Isernia e del Club 2000m – AEV FederTrek/REBELTREK – DdE CAI Isernia - Istruttore TrekKing CSEN/CONI - Doveunsognoéancoralibero…alla ricerca delle Anime d’Appennino - www.EsplorandoX.it www.Club2000m.it www.Cai.Isernia.it -

«Tutti quelli che non sono stati alla cima dicano che vi è una fontana in cima.

Dico che non vi è fontana nessuna, ma che vi è bene un gran vallone tra il Monte di Santo Niccola et il Corno Monte, dove sempre vi è la nieve alta quindeci o venti piedi, e più in alcun luocho dove la nieve e ghiaccio sta perpetuamente.

E quest'è una quantità d'un grosso miglio di lunghezza, e di larghezza più di mezzo miglio, della qual sempre puoco o assai se ne disfà...» (Francesco De Marchi, In Cima al Corno Monte, 1573).

Da tempo non tornavo ad osservare da vicino questo straordinario luogo.

Le previsioni meteo, assolutamente non attendibili in questi giorni, impedivano di pensare ad un itinerario più lungo e complesso anche più in alto magari affrontando qualche ferrata attigua.

Per questo motivo decido di calpestare la neve proprio sotto alla famosa traversata delle 3 vette.

A sorpresa e all'ultimissimo momento si uniscono alla mia idea la nuova Grandissima Appenninista MONICA MARZOLA e il Super Brasiliano dell'Appennino CARLOS NETO reduci da una lunga permanenza estiva sulle cime del Nord Italia.

Il Corno Grande (m. 2912) del Gran Sasso d'Italia, il monte più elevato dell'Appennino, è una specie di castello, con le sue quattro cime (Vetta Occidentale, Torrione Cambi, Vetta Centrale e Vetta Orientale) che, a mo' di bastioni, proteggono dal calore del sole l'interna, ombrosa e fredda conca del Calderone.

Proprio in questa conca è racchiuso il ghiacciaio più meridionale d'Europa, dopo il completo scioglimento di quello della Sierra Nevada in Spagna.

Anche se di dimensioni ridotte, con circa cinque ettari di superficie, il Calderone presenta tutte le caratteristiche morfologiche tipiche dei ghiacciai, come crepacci longitudinali e trasversali, morene laterali e frontali;

quando le estati sono particolarmente calde e la neve si scioglie del tutto, tra luglio e agosto, esso si presenta pressoché completamente coperto dai detriti che costituiscono la morena superficiale, una specie di till che contribuisce, comunque, a proteggerlo dalla fusione.

Posto attualmente a quota 2650 metri rappresenta l'ultimo residuo dei grandi ghiacciai dei periodi glaciali del Quaternario, quando, a causa delle rigidissime temperature, estese e cospicue lingue di ghiaccio scendevano nelle valli del Chiarino, del Venacquaro, delle Cornacchie, nella Val Maone, a Campo Imperatore.

Gli antichi ghiacciai si spingevano fino a circa 1200-1500 metri di quota, lasciando numerosi segni del loro passaggio sul territorio, tuttora molto evidenti.

Queste tracce sono le morene frontali abbandonate al loro ritiro circa quindicimila anni fa, col sensibile rialzo delle temperature, come lo spettacolare anfiteatro delle Coppe di Santo Stefano a Campo Imperatore, oppure le rocce montonate di Campo Pericoli, del Venacquaro, del Vallone delle Cornacchie, della Val Chiarino.

Numerose sono anche le valli scavate dagli antichi ghiacciai come sulla Scindarella, Campo Pericoli, Venacquaro.

Nella valle glaciale della Conca del Sambuco, sotto a Pizzo Intermesoli, a ricordo dell'antico ghiacciaio, è rimasto un piccolo nevaio perenne.

A monte del Rifugio Franchetti, infine, sono visibili le rocce striate, "graffiate" dai detriti trasportati dai ghiacci e le più recenti morene appenniniche lasciate dal Ghiacciaio del Calderone durante la sua ultima significativa espansione, avvenuta circa quattrocento anni fa, nel corso della "Piccola Età Glaciale".

Insieme al caffè con LUCA MAZZOLENI non potevano mancare anche oggi i miei incredibili incontri casuali.

Prima con uno dei più grandi alpinisti delle Marche MASSIMO GENTILI e al ritorno con il mitico LUIGI EMILI e alla base della funivia con le MARMOTTE del CAI ROMA LUCIO VIRZI' e CHRISTIAN APPLEGATE.

Scendere senza mai fermarsi dal Ghiacciaio del Calderone fino a Prati di Tivo merita tuttavia una fermata al Rifugio di Cima Alta per riprendersi dalla lunga giornata affrontata.

TERZO TEMPO nella DOMUS LAURIA come sempre pronta a permettere i racconti montanari nel suo desco ricco di sorrisi e pietanze.

GRAZIE MONICA  e CARLOS per l'affetto e le risate che, come sempre, donate a coloro che sono accanto ai Vostri cuori.

ITINERARIO: Prati di TIvo 1450m, Funivia per la Madonnina 2007m, Rifugio Franchetti 2433m, Sella dei 2 Corni 2547m, Incrocio Passo del Cannone 2600m, Ghiacciaio del Calderone 2650m, ritorno stesso itinerario con discesa fino al Rifugio Cima Alta 1650m e Prati di Tivo 1450m.

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